Cartapesta

L'opera di Silvio Natali, artista di Corridonia, si ricollega a quel filone della pittura affabulatoria che vede al suo interno operare artisti di alto spessore quali Marc Chagall. Non intendiamo, però, dire che il pittore russo sia tra i maestri a cui Natali si rimanda, anzi potremmo affermare che ne è ben lontano; si vuole, invece, dire che ci sembra fondamentale per il nostro artista ricondurre la propria esperienza umana ad una dimensione di sublimazione poetica in cui la componente fiabesca diventa prioritaria.
Nel riproporci le proprie visioni, Silvio Natali si avvale di un procedimento accumulativo in cui le forme, i colori ed i segni che diventano contorni, non lasciano spazi morti: tutto nella tela diventa "luogo" di pittura; una sorta di "neo horror vacui" che già ha caratterizzato la produzione artistica barbarica dell'Alto Medioevo e che è propria anche dell'espressionismo infantile in una certa fase del processo evolutivo. È proprio questo, a nostro modo di leggere, uno dei punti importanti dell'opera artistica di Natali, vale a dire questa sua necessità di guardare ancora il mondo con gli occhi stupiti del bambino. In altri termini il valore poetico, che qualifica in modo altamente positivo la pittura di questo autore, va individuato proprio nella sua capacità di restituire un'immagine che esprime tutto il candore e lo stupore poetico dell'infanzia, filtrata comunque dall'esperienza dell'uomo ormai adulto. La gamma cromatica di cui si avvale rende nell'accostamento dei colori la dimensione di un universo sognato che fa trasparire, nell'equilibrio e nelle brillantezze dei toni, una dolcezza che risale alla coscienza da emozioni e sensazioni vissute dall'artista in momenti ormai lontani e depositate nel subconscio. Queste, al tempo stesso, anche se rese in modo del tutto personale, ci rivelano che Natali non è un pittore sprovveduto di un bagaglio culturale e della conoscenza di quanto l'arte e gli artisti contemporanei producono e hanno prodotto nel corso degli anni. Detto diversamente, la poesia ed il candore del pittore corridoniano non fanno di lui un naif; semmai, questa sua scelta di recupero della spontaneità e dell'infanzia ci avverte della dimensione a cui rimanda (pensiamo alla teoretica kandinskiana, ad esempio, od ai puzzle di Tardini, due nomi che, guardando le sue opere, vengono alla mente). Percepiamo, però, che in Natali ogni sollecitazione, sia essa culturale o emozionale, viene rivissuta con una profonda personalizzazione e restituita nelle immagini del tutto nuove da lui realizzate. Immagini organizzate sì dal pensiero, ma soprattutto dal risultato di una osservazione poetica in cui entrano in gioco l'anima infantile e l'impeto della maturità mentale, con la capacità di sviluppare la perfetta fusione tra forma, luce, ombra, segno e scansione cromatica.
è proprio quella ingenuità, quel candore mai finto, ma arguto e ripensato, a dare alle raffigurazioni, quasi oniriche, con quelle stesure di colori sempre vivi e pulsanti, una freschezza di pittura piena di emozioni e di sonorità. Possiamo certamente affermare che la sua arte non deriva mai da ispirazione improvvisa e fulminea, ma al contrario è il risultato di una meditazione sulle sensazioni della quotidianità, che rielabora, trasfigurandole fino al limite di una nuova realtà.
Il rigore compositivo, l'abilità tecnica acquisita attraverso supporti di varie e molteplici esperienze culturali, offrono all'artista possibilità d'invenzione, di recupero memoriale e di sincronizzazione tra segno e colore.
La scansione geometrica è, quindi, privilegiata da Natali, perchè gli consente una mobilità e una ricchezza di piani che, con abile calcolo, sintonizza con grafiche cromatiche, così che la sua pittura, conservando l'ingenuità e la spontaneità proprie del suo genio, si fa al tempo stesso immagine armoniosa della realtà e della sua anima.

Stefano Troiani