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Un pittore laureato in Medicina

Silvio Natali nasce a Corridonia (MC) nel 1943, dove vive ed opera. Laureato in Medicina e Chirurgia, si è dedicato all'attività artistica da autodidatta, appassionandosi prima quasi esclusivamente al disegno e poi con interesse crescente alla pittura, esprimendosi in una maniera personalissima che lo ha presto imposto all'attenzione degli esperti del settore, facendogli anche ottenere numerosi premi e riconoscimenti. Presente in prestigiosi cataloghi d'arte, le sue opere sono custodite in numerose collezioni pubbliche e private.

Silvio Natali, la biografia

Attiviamo una liaison storica per giungere ad una conclusione astorica: dal "Codice Atlantico" di Leonardo, sino alla pop-art di Andy Warhol, è sempre, comunque e dovunque l'artista che indica il temporale fenomenico all'orizzonte. Per Silvio Natali, da Corridonia, il passato che è passato e il futuro che verrà, ci portano alla predominante chaos, all'entropia, alla confusione dei ruoli e dei valori, dei portamenti e dei comportamenti.
Con le sue tumultuose o silenti adunate di gente (vedi "La battaglia finale" o ancor più, " I naufraghi", un 70/100 che ci riconduce ai Bagni misteriosi di Giorgio de Chirico) siamo condotti in un girone dantesco, a dir poco, dove il segno predomina sul colore, costretto ad inesausti obblighi narrativi, offrendo incombuste caleidografie, gravide segnature, isole acromiche, striamenti di spente pigmentazioni. Tentare la decifratio delle opere di Silvio Natali, che da anni si pone con le sue composizioni la grande domanda chi siamo, da dove veniamo, vuol dire soprattutto chiedersi dove stiamo andando, in che direzione, con quali valori, con quale memoria collettiva, come, quando, perché nel percorso evolutivo s'incontrano nuove situazioni enigmatiche, che ci rendono sempre più astrusi, più alieni al mondo che abbiamo messo in piedi.

Storicamente, agli artisti è dato il compito di annunciare i prodromi dello straniamento e dunque di rilevare e di rivelare i limiti e le estensioni, le regole e le entropie delle nuove collettività. Dal rischio astorico, fortunatamente vissuto in laboratorio, cioè solo nel contesto della ricerca esperimentale verso nuovi linguaggi, Silvio Natali sembra uscire sano e salvo, espressore acuto com'è di una propria, unica originale narrativa, e portato a indicare ipotetici, ma non troppo, orizzonti della nuova condizione antropica ed entropica, proprio quella "realtà parallela", tema di una sua rassegna, che si sta determinando nelle arti visive e nella affollata società a cui apparteniamo. Non è un mistero gaudioso il rilevare - come fa Natali in queste sue tele - che ogni fenomeno partecipativo, al giorno d'oggi, o agglomera una quantità enorme di gente o non è più tale.
Le opere del pittore di Corridonia, come nelle opere dei grandi nel Novecento, e qui sta la liaison astorica, sono la metafora dell'epoca. Il simbolismo astorico di Natali è molto vicino ai dimostranti di Giuseppe Pellizza da Volpedo del "Quarto stato" o della ordinata confusione merceologica delle "Vuccirie" di Renato Guttuso. La nuova realtà di Silvio Natali è la nuova verità esistenziale e si chiama individualismo di massa. (Donat Conenna)
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